Vicenza – Avrà un seguito l’episodio che ha visto coinvolto nei giorni scorsi l’assessore del Comune di Vicenza Claudio Cicero, quello cioè del suo saluto dal balcone del municipio in camicia nera e braccio teso. Se quest’ultimo fosse un saluto romano o meno è incerto, anche se non è comunque piaciuto ai consiglieri comunali vicentini di minoranza, che oggi hanno hanno consegnato al Prefetto di Vicenza, Umberto Guidato, un esposto nel quale ipotizzano, da parte di Cicero, la “violazione dell’articolo 4 della Legge 645 del 1952, che condanna il reato di apologia del fascismo”.
“Lo abbiamo fatto – scrivono in una nota i consiglieri del centrosinistra – per proteggere le istituzioni democratiche, la Costituzione e la storia della nostra città, oltraggiate dal comportamento dell’assessore e non adeguatamente difese dal sindaco, Francesco Rucco. La risposta del sindaco risulta infatti debole e inconsistente, dato che si conclude, ancora una volta, con un semplice rimprovero”.
A firmare l’esposto sono Ciro Asproso, Cristina Balbi, Raffaele Colombara, Otello Dalla Rosa, Alessandro Marchetti, Alessandra Marobin, Sandro Pupillo, Giovanni Rolando, Isabella Sala, Giovanni Selmo, Cristiano Spiller ed Ennio Tosetto, secondo i quali “l’assessore, in vent’anni di attività amministrativa, non ha ancora imparato a gestire le responsabilità di chi riveste una carica pubblica, né a onorare le istituzioni che rappresenta, né a collaborare con il resto della squadra di governo”.
“Un sindaco autorevole – aggiungono – avrebbe agito diversamente, con meno parole ed una sola azione: il ritiro delle deleghe. In tutto ciò si legge l’ambiguità di questa amministrazione, passata per le simpatie fasciste di alcuni consiglieri declassate a errori di gioventù, per gli incontri istituzionali con Casapound, Mis e Forza Nuova a Palazzo Trissino, per le modifiche alla storia dell’eccidio dei Dieci Martiri. Ambiguità che dimostra quanto sia forte all’interno della maggioranza il peso di alcune frange più estremiste, da cui evidentemente il sindaco non riesce a svincolarsi”.
I consiglieri di opposizione infine rispondono alle accuse di essere privi di argomenti mosse loro dal sindaco “nel maldestro tentativo – scrivono – di distogliere l’attenzione”. Lo fanno ricordando a Rucco che la maggior parte delle mozioni, delle interrogazioni, degli emendamenti e degli ordini del giorno presentati e approvati, sono state di iniziativa della minoranza. “Al sindaco – concludono – spetta invece la difesa dell’istituzione e della città, ed ogni comportamento indecoroso e sconveniente della propria maggioranza ricade, necessariamente, su di lui”.
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