Vicenza – Presentata ieri a Vicenza “Amo il Veneto”, l’associazione culturale fondata da Elena Donazzan in occasione delle elezioni regionali del 2010 e trasformata ora in una associazione politica. “Con Amo il Veneto – ha spiegato Donazzan, presidentessa dell’associazione – vogliamo rappresentare la «casa comune» di tutti gli uomini e tutte le donne che amano la nostra terra straordinaria, considerano la politica un nobile impegno civile, ma che ad oggi non si rivedono ancora in un determinata sigla”.
Non si tratta di un nuovo partito, ma di un mezzo per affermare sul territorio una visione chiara della società, “valori – ha proseguito – che riteniamo non negoziabili da declinare in azioni politiche e amministrative. Pensiamo alla difesa della famiglia naturale, delle radici cristiane e delle nostre tradizioni, al sostegno dell’impresa e alla affermazione del primato del lavoro, alla promozione del merito e della responsabilità personale, alla pretesa di uno Stato giusto, equo e che garantisca le autonomie. Principi ai quali ci ispiriamo nella nostra quotidianità, ognuno nel ruolo di propria competenza”.
Valori che sono racchiusi in un decalogo illustrato nel corso dell’appuntamento di ieri (e pubblicato qui a fianco). Tra gli obiettivi che si pone la nuova aggregazione c’è la “creazione di un movimento politico che dia voce ai delusi del centrodestra e che colmi la contraddizione di un governo che assomma il massimo consenso sui temi della sicurezza e della immigrazione e il minimo sulle azioni in economia, che dia spazio alle tante buone amministrazioni del territorio che non si riconoscono in uno dei partiti esistenti. Non solo: si propone di rispondere ai nuovi bisogni e alla crescita del Veneto in Italia e in una Europa che vogliamo più rispettosa dei nostri interessi. Una rete di persone e di realtà territoriali che si ritrovino nel decalogo di valori di “Amo il Veneto” e che si riveda nella concretezza della buona amministrazione di Luca Zaia”.
“L’8 dicembre – ha concluso Donazzan – andrò in piazza del Popolo a Roma ad ascoltare, da osservatrice interessata, Matteo Salvini. Credo che la consacrazione della sua svolta in chiave nazionale sia un valore aggiunto per difendere gli interessi dell’Italia e degli italiani anche in Europa, dove viene preso il 70% delle decisioni vincolanti per gli Stati membri e dove si giocano pertanto le principali sfide politiche, economiche, culturali e di sicurezza internazionale con tutte le ricadute del caso sui nostri territori”.
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