I SOLISTI DI RADIO VENETO UNO CELEBRANO I 250 DALLA NASCITA DI BEETHOVEN

Domani alle 20.45 al Teatro Del Monaco di Treviso il concerto dedicato al grande compositore
TREVISO – I Solisti di Radio Veneto Uno celebrano il duecentocinquantesimo anniversario di Ludwig Van Beethoven. Dopo aver inaugurato la stagione concertistica del Teatro Mario Del Monaco, promossa sotto l’egida dello Stabile del Veneto e del Comune di Treviso, la compagine orchestrale torna, in formazione sinfonica, sul palcoscenico trevigiano, mercoledì 22 gennaio, alle 20.45, per il primo dei tre concerti di Beethoven 250, un trittico di appuntamenti dedicati al sommo compositore tedesco a 250 dalla sua nascita.
L’Orchestra diretta dal maestro Massimo Raccanelli e con solista al pianoforte Anna Barutti eseguirà il Concerto n.3, op.37 in do minore e la Sinfonia n. 5. in Do min. Op. 67.

Oltre che in diretta audio sui 97.5 Fm e video sui canali social di Veneto Uno, la serata verrà trasmessa anche su un network televisivo della Corea Del Sud, in virtù del premio Korea Award 2019 assegnato lo scorso ottobre ai Solisti di Radio Veneto Uno dalla ICDI di Seul, un ente internazionale affiliato al ministero della Cultura della Corea del Sud e dal CWAP, Comitato Internazionale per la Cultura e la Pace nel mondo, per il lavoro di promozione della musica e della cultura in Italia svolto dall’Orchestra.

Alle 20.00 nel Ridotto del Teatro Del Monaco il Dipartimento di musica di Radio Veneto Uno terrà la conferenza di introduzione al concerto, aperta al pubblico.


Il Concerto n. 3, Op. 37 in Do minore per pianoforte e orchestra di Ludwig Van Beethoven è uno dei concerti d’orchestra e solista più amati dai grandi esecutori del repertorio classico e romantico. Fu stampato a Vienna nel 1804, ma già un anno prima vide Beethoven stesso cimentarsi nell’esecuzione in prima assoluta a Vienna. Il suo stile è diverso, del tutto sperimentale, rispetto a quanto conosciuto nel Settecento, sia relativamente all’orchestrazione che alla tecnica tastieristica. Nonostante l’inevitabile riferimento allo stile settecentesco, periodo della formazione musicale, si evolve, in sicura energia, verso quella che sarà l’evoluzione romantica, stacco deciso dal secolo passato. È un concerto straordinario al quale il compositore conferisce un’energia diversa rispetto alle forme tradizionali, ed è marcata la volontà di ricerca per il rinnovamento. Il pianoforte, strumento relativamente recente inventato dal padovano Bartolomeo Cristofori solo nel 1701, con il classicismo divenne molto presto lo strumento con cui venivano riprodotte, studiate, adattate le partiture orchestrali, dando origine a una diversa e proficua relazione tra universi musicali fino a prima sconosciuti. Sta scritto nelle cronache del tempo, ma chissà perché sempre tenuto nascosto, che nel periodo della sua formazione Beethoven ha avuto come insegnante il trevigiano compositore e maestro Andrea Lucchesi di Motta di Livenza, Kappelmaister dell’orchestra nella quale il grande compositore tedesco ha suonato la viola per almeno quattro anni. Un’esperienza che nel tempo ha poi spinto il Beethoven pianista e compositore ad affinare la sua sfida in termini di creatività, rendendolo uno dei primi protagonisti del classicismo.


Sinfonia n. 5. in Do min. Op. 67. La leggenda racconta che i violenti battiti della governate alla porta del suo studio, corrispondessero alle prime due battute, quelle che hanno dato ispirazione al famosissimo tema della quinta sinfonia. In effetti la composizione che assieme alla nona, si ritiene sia la più nota, costò al compositore tedesco almeno quattro anni di lavoro prima della sua stesura finale; dopo le continue esecuzioni al pianoforte, furono innumerevoli i rifacimenti per perfezionare l’orchestrazione.
Vero è, il senso dato, del destino che bussa alla porta: un destino contro il quale Beethoven suo malgrado si è dovuto misurare con veemenza, è ben nota la sordità che lo ha afflitto e penalizzato, una tragedia per un musicista, essere privato dell’udito; ascoltare le Sue composizioni, rende idea della chiara vittoria della ragione umana sul fato avverso, del grande compositore. Beethoven vince e ricaccia il Suo ingrato destino nella tenebra della superstizione in nome della chiarezza della ragione umana. La Quinta Sinfonia inizia con un “Allegro con brio,” un turbine carico di energia, protagonista è l’inciso iniziale, rare apparizioni del secondo tema cantabile ad esaltare la suprema arte del Grande Maestro che con poche note sa esaltare contrasti e vigore fino ad allora inarrivabili.
A seguire un “Andante con moto” a trasmettere sensazioni di tranquillità, pacatezza, due i temi cantabili, strutturati con eleganza di varianti colorate di musicalità quasi leggiadra. 
Su questo delicato quadro irrompe lo “Scherzo”, tratto arcigno ad opera di bassi ascendenti che declinano nel ritorno del tema “del destino,” per attimi di estrema drammaticità; seguono momenti quasi di danza che si dissolvono sullo “Scherzo,” saranno poi i timpani a dare il senso dei cupi colpi del destino. Ma la vittoria dell’intelletto e della ragione su un fato inclemente, è il senso dell’”Allegro” finale, sfolgorante ritorno al motivo centrale della Sinfonia, ad affermare l’universalità della composizione. Vale la pena di citare le parole del musicologo Paul Bekker, che, nel 1918 intuì la soluzione di continuo data dalle sinfonie di Beethoven, non tanto relativamente alla composizione il modello sinfonica, ma di sensazioni fino ad allora sconosciute allo spettatore, considerato dal grande e rivoluzionario compositore non più il consueto passivo pubblico, ma colto fruitore di sensazioni universali, date dalla musica: “L’immagine ideale di un uditorio per il quale Beethoven scrisse, e da cui attinse la forza e l’impeto delle sue idee, fu un’ulteriore elaborazione del grande movimento democratico che dalla Rivoluzione francese condusse alle guerre di liberazione tedesche. Elaborazione come si presentò allo spirito di Beethoven. Possiamo percepirla ogni volta di nuovo quando viviamo in noi stessi la potenza catartica e solenne di una Sinfonia di Beethoven, poiché in tali momenti noi stessi diventiamo il pubblico per il quale Beethoven ha composto, la comunità cui egli parla”.

Massimo Racanelli

Violoncellista e direttore d’orchestra, nato a Treviso nel 1988, si diploma con il massimo dei voti al Conservatorio di Castelfranco Veneto con il M° Walter Vestidello perfezionandosi successivamente con i maestri Mario Brunello, Enrico Bronzi e Antonio Meneses. E stato membro de l’Arsenale, ensemble di musica contemporanea diretto dal M° Filippo Perocco. Gia primo violoncello nell’Orchestra Regionale dei Conservatori del Veneto (ORCV) sotto la direzione dei maestri Piero Bellugi e Eliahu Inbal. E stato invitato per 9 anni consecutivi a partecipare in qualita di basso continuo e solista al Junges Musikpodium Dresda- Venezia esibendosi in Italia e Germania, sotto la guida di maestri Andrea Marcon, Giuliano Carmignola e Stefano Montanari. E primo violoncello della Venice Baroque Orchestra con cui partecipa all’incisione di un disco per l’Erato con Philippe Jaroussky e Cecilia Bartoli. Ha suonato con le più prestigiose realta di musica barocca. Nel 2017 fonda insieme a Giacomo Catana, Mauro Spinazze e Francesco Lovato, il quartetto VenEthos Ensemble, con cui svolge un’intensa attivita concertistica in importanti stagioni e rassegne cameristiche. Alla carriera di Violoncellista affianca quella di
Direzione d’Orchestra. Dopo essersi diplomato nella classe del M° Bruno Weil all’Hochschule di Monaco di Baviera si laurea (Magistrale) nella stessa classe nel 2016. Ha diretto la Georgische Kammer Orchester (Ingolstadt), l’Orchestra del Jungesmusik Podium Dresda-Venezia, Accademia d’Archi Arrigoni ed ha effettuato numerosi concerti con la Bad Reichenhaller Philarmonie di cui dal 2013 al 2015 ne e Direttore Ospite. Ha di recente diretto i Solisti di Radio Veneto Uno in un memorabile concerto al Teatro
Comunale di Treviso, con musiche di Brahms e Mendelssohn.

Anna Barutti

Si è formata con Eugenio Bagnoli per il pianoforte e con Sergio Lorenzi per la musica da camera al Conservatorio “Benedetto Marcello”, presso il quale si è diplomata con il massimo dei voti, la lode e una particolare borsa di studio.
Giovanissima ha vinto il Concorso Pianistico Nazionale “Premio Città di Treviso” affermando il suo indiscusso talento. Premiata dall’Accademia Chigiana di Siena con Diploma d’Onore ha vinto una borsa di studio per il perfezionamento al Conservatorio Ciajkowskij di Mosca con L. Timofeieva.
Si è perfezionata nel repertorio beethoveniano con grande pianista Wilhelm Kempff. Ha tenuto concerti nelle più importanti realtà culturali d’Italia come la Piccola Scala di Milano, il Teatro la Fenice Venezia, la Biennale, a Firenze presso gli Amici della Musica, al Maggio Musicale Fiorentino e all’Estate Fiesolana, all’Istituzione Universitaria dei Concerti e il Teatro Ghione di Roma solo per citarne alcuni. Ha eseguito con grande successo i Concerti di Beethoven con Roberto Abbado e Wladimir Delman.
All’estero apprezzate presenze in concerti al Festival Mozartiano di Vienna, ai Festival Internazionali di Lubiana, Houston, Dallas, Mosca al prestigioso Conservatorio Ciajkowskij, in Corea del Sud nelle città di Seoul, Son Po, Sun-Cion, in Spagna a Madrid, Radio Espana. Invitata a tenere corsi Pianistici Internazionali al Klaviersommer di Wasserburg, a Lerida al Festival Riccardo Vines, all’Accademia Chopin di Varsavia, alla Seoul University.
Ha organizzato importanti corsi di perfezionamento internazionali e Festival con ospiti del calibro di Sviatoslav Richter, Natalia Gutman, Bruno Giuranna, Giuseppe Sinopoli e il Quartetto Borodin.


Orchestra filarmonica “I Solisti di Radio Veneto Uno”

Radio Veneto Uno è la radio di Treviso che nel 2020 compie i suoi primi 45 anni, e da circa 20 svolge attività di informazione di interesse generale, con in palinsesto programmi di carattere culturale. Da una decina d’anni ha creato il Laboratorio permanente per la riscoperta della “Scola Granda” di Musica Veneta, la prima scuola di musica mai esistita al mondo, dalla quale hanno attinto a piene mani tutte le scuole del mondo evolvendosi di generazione in generazione, nella musica classica attuale. “Vale la pena ricordare – sottolinea Roberto Ghizzo, fondatore e direttore di Radio Veneto Uno – che anche Beethoven si è formato alla scuola di un trevigiano, ha suonato per quattro anni la viola nell’orchestra in cui era Kapellmeister  Andrea Lucchesi di Motta di Livenza. Quell’Andrea Luccesi che, insieme ad Antonio Salieri, passava partiture su partiture ad un grandissimo genio, per aiutare lui e la sua famiglia: Wolfgang Amadeus Mozart”.
L’Orchestra filarmonica di Radio Veneto Uno è il punto d’incontro di queste molteplici tradizioni, e la radio è la loro cassa armonica: all’iniziativa collaborano i musicisti più autorevoli e prestigiosi del Veneto e non solo.

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