Venezia – Controlli più frequenti nelle aziende da parte dei Servizi di prevenzione igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, interventi educativi, più che repressivi, degli ispettori Spisal, un filo diretto tra Spisal e rappresentanti sindacali della sicurezza, più formazione per i lavoratori e gli imprenditori, maggiori investimenti nella salute e nella sicurezza dei luoghi di lavoro, un monitoraggio sincronizzato e costante degli incidenti e delle loro dinamiche delle cause, così da poter intervenire in modo adeguato. Sono alcune delle proposte emerse oggi al tavolo istituzionale, convocato dalla giunta regionale a palazzo Balbi, a Venezia, per discutere di prevenzione e contrasto agli incidenti nei luoghi di lavoro.
“Il Veneto non è all’anno zero in tema di salute e sicurezza sul lavoro, – ha precisato il presidente della Regione, Luca Zaia -. Gli infortuni sul lavoro sono scesi dai 70.961 dei primi anni Duemila ai 34.674 del 2016, ma gli ultimi gravi casi di cronaca ci impongono di non abbassare la guardia. Siamo di fronte ad un vero e proprio bollettino di guerra: 170 morti sul lavoro dal 2015 ad oggi, già 24 dall’inizio dell’anno. Con un tasso di 18,87 incidenti per mille lavoratori nell’ultimo triennio, il Veneto è alle spalle di Emilia Romagna, Umbria e Toscana; ma supera di due punti la media nazionale”.
Nel corso dell’incontro, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento con indicato cosa si può fare dal punto di vista pratico. Le priorità indicate vanno dal rafforzamento degli Spisal, con “un piano straordinario di assunzioni” al potenziamento del programma regionale epidemiologia occupazionale. I sindacati hanno inoltre messo sotto la lente il meccanismo degli appalti e la frammentazione dei contratti di lavoro, così come la necessità di rilanciare gli investimenti delle imprese nelle nuove tecnologie e nella formazione dei lavoratori.
Prima di dare appuntamento alla prossima settimana per mettere in campo interventi operativi, Zaia ha invitato tutti gli enti coinvolti a valutare con attenzione il documento proposto dai sindacati e a formulare eventuali emendamenti e integrazioni, oltre che a verificare se siano necessarie ulteriori norme a favore della prevenzione e della sicurezza.
“La sicurezza sul lavoro – ha concluso Zaia – è un tema di civiltà che non può lasciare nessuno indifferente. Investire in sicurezza vuol dire dare dignità alle persone che lavorano e rendere più efficiente l’intero sistema economico. Dagli ‘stati generali’ del mondo del lavoro mi aspetto proposte utili e indicazioni per elaborare un piano di azione sistematico e coordinato, da condividere a ogni livello, tra istituzioni pubbliche e servizi, sindacati, associazioni datoriali e di categoria, autonomie locali”.
L’appello del presidente e le proposte sindacali hanno raccolto sin d’ora le prime condivisioni e sottolineature. Se per il presidente di Ance Veneto Giovanni Salmistrari occorre investire nella mappatura dei cantieri esistenti con misure di controllo che prevedano le notifiche preliminari e la vigilanza sull’applicazione del contratto dell’edilizia, per il numero uno di Confartigianato veneto, Agostino Bonomo, serve più coordinamento tra istituzioni negli interventi di controllo.
Considerato che quello agricolo è uno dei settori più esposti al rischio di incidenti mortali, Luigi Bassani, direttore di Confagricoltura Veneto, ha sollecitato un ruolo di vigilanza persuasiva degli Spisal: “Non servono sanzioni più pesanti – ha infatti chiarito – sono più efficaci controlli frequenti e reiterati, ad alta probabilità”. “La tecnologia può aiutare molto in agricoltura – ha aggiunto il direttore di Coldiretti, Alberto Bertin – per esempio evitando ai conducenti di disabilitare la barra di sicurezza sui trattori che ne evita il ribaltamento”.
Il sindaco di Valeggio sul Mincio, Angelo Tosoni, vicepresidente dell’Anci Veneto, ha richiamato la responsabilità delle istituzioni pubbliche e degli enti locali nell’affidare gli appalti: “Il massimo ribasso – ha sottolineato – non si coniuga con il rispetto della sicurezza”. Per finire, la direttrice dell’Inail Veneto, Daniela Petrucci, ha sottolineato come investire nella cultura del lavoro e nella sicurezza ‘pagho: “Il costo della mancata sicurezza – ha infatti sottolineato – vale il 4 per cento del Pil. Le imprese che investono nel migliorare le condizioni di lavoro dei loro lavoratori sono le più performanti”.
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