Venezia – Attuare gli aspetti finanziari dell’autonomia differenziata. E’ questo il primo degli indirizzi generali sui quali la Regione del Veneto sarà impegnata per sostenere le attività necessarie a garantire l’efficacia del processo autonomistico, sotto il profilo dell’analisi interna dei profili economico-finanziari e nel confronto con lo Stato. Lo ha sottolineato il vicepresidente della Giunta regionale Gianluca Forcolin, che su delega del presidente, Luca Zaia, ha presentato al Tavolo di concertazione generale il Documento di economia e finanza regionale (Defr) per il triennio 2019-2021, che sarà ora adottato dalla giunta e trasmesso al consiglio regionale per l’approvazione.
Il Defr rappresenta il documento di programmazione strategica e finanziaria della Regione, ed è alla base della manovra di bilancio che verrà discussa a fine 2018. “Il Veneto – ha ricordato Forcolin – rimane la terza regione in Italia per la produzione di ricchezza, dopo Lombardia e Lazio. Il 9,2% del Pil nazionale è realizzato in Veneto e si stima che il Pil del Veneto, nel 2018, cresca dell’1,7% (stima Prometeia), un tasso leggermente superiore rispetto al dato nazionale dell’1,5% (stima Mef – Def 2018)”.
Il vicepresidente si è soffermato sull’importanza, in una prospettiva di crescita consolidata, di mantenere alta l’attenzione sugli investimenti richiamando, a tal proposito, l’intervento della Corte dei Conti secondo cui il continuo calo degli investimenti pubblici costituisce uno dei principali elementi di preoccupazione del quadro di finanza pubblica. Non è mancata una forte critica ai tagli lineari che gravano sulle Regioni e sugli enti locali, che addirittura vanno ad incidere sui contratti in essere, creando potenziali aree di pesante contenzioso.
“Risulta del tutto iniquo e inefficiente – ha detto il vicepresidente – anche il carico riservato al territorio in termini di contributo al risanamento del debito pubblico (dal 2014 al 2018 il debito delle amministrazioni locali si è ridotto del 10,3% e negli anni 2018-2021 è in progressiva riduzione), quando il debito riferito alle amministrazioni centrali è previsto addirittura in ulteriore crescita. I continui tagli lineari alla spesa sanitaria a cui la Regione del Veneto ha sempre fatto fronte con sforzi titanici fanno sì che si stia raggiungendo la soglia minima del 6% del Pil, al di sotto della quale non solo viene messo in discussione il diritto di cura, ma che costituisce anche il valore al di sotto del quale le persone abbandonano le cure”.
Per il 2018, la parte di manovra a carico dei bilanci regionali in termini di taglio dei trasferimenti, pari a 194 milioni di euro, è stata realizzata con la riduzione di cento milioni di euro del fondo per il trasporto pubblico locale e di 94 milioni di euro dei trasferimenti per l’edilizia sanitaria.
Oltre all’attuazione degli aspetti finanziari dell’autonomia differenziata, gli altri indirizzi generali del Defr sono: la volontà di non aumentare la pressione fiscale regionale; continuare a rispettare gli equilibri di finanza pubblica, forti del fatto che la Regione del Veneto è sempre risultata adempiente rispetto alle regole poste prima dal patto di stabilità ed ora dal pareggio di bilancio; garantire priorità di spesa ai programmi dell’Unione europea rendendo disponibili i relativi cofinanziamenti regionali, in modo da beneficiare di un fondamentale effetto leva; confermare l’opera di controllo e razionalizzazione delle spese correnti; qualificare, dove possibile, la spesa, attraverso la canalizzazione delle risorse disponibili a investimenti prioritari.
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