Dopo un’operazione di salvataggio durata 37 ore, durante la quale sono stati salvati 72 migranti in pericolo nel Mar Mediterraneo, l’organizzazione di soccorso Sea-Watch è stata colta da una spiacevole sorpresa. All’arrivo in porto, la nave Aurora è stata messa sotto sequestro, secondo quanto riportato da Sea-Watch lunedì. La nave non può salpare per venti giorni e l’ONG potrebbe essere soggetta a una multa, che potrebbe variare da 2.500 a 10.000 euro.
Secondo le autorità italiane, Sea-Watch ha violato un decreto. Era stato ordinato all’Aurora di dirigere verso il porto di Trapani, situato in Sicilia. “Impossibile”, afferma Sea-Watch in un comunicato stampa. La situazione a bordo della nave si è “deteriorata minuto dopo minuto” e Trapani era quattro volte più lontana di Lampedusa, dove l’Aurora ha deciso di attraccare con le decine di migranti appena salvati dal mare.
Carenza di carburante e acqua potabile
Poiché l’operazione di salvataggio è durata così a lungo, il carburante dell’Aurora era quasi esaurito. Inoltre, c’era poco acqua potabile a bordo. I migranti avevano trascorso più di 24 ore su una barca sotto il sole cocente, con temperature a bordo che raggiungevano i 46 gradi. Per questi motivi, Sea-Watch ha comunque navigato verso Lampedusa, anche se ciò era espressamente vietato dalle autorità italiane.
Dal momento in cui la premier Giorgia Meloni è entrata in carica, c’è stata un’azione più severa nei confronti delle organizzazioni di soccorso che assistono i migranti in viaggio verso la costa italiana attraverso il Mar Mediterraneo. Tuttavia, anche prima del suo insediamento, le navi di Sea-Watch venivano spesso messe sotto sequestro. L’ONG fa appello a Roma affinché liberi immediatamente la nave Aurora.
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), dall’inizio del 2023 sono già annegati più di 2.200 migranti nel Mar Mediterraneo. Questo è il più alto numero di vittime dal 2017.