“Il mercato offre ancora la prospettiva del settore delle pere italiano, anche se attualmente c’è più domanda dall’estero che dall’Italia stessa. È davvero solo una questione di non affrettarsi a piantare un nuovo frutteto”, afferma Giovanni Zanzi, co-proprietario di Vivai F. lli Zanzi, uno dei più grandi vivai di alberi da frutto in Italia.
“Negli ultimi mesi, abbiamo ricevuto molte richieste dall’Est, tra cui Russia, Azerbaigian, Uzbekistan, Armenia e Georgia. Le varietà più esportate erano Conference e Kaiser, così come Santa Maria, William e Abate. Quest’ultimo era destinato principalmente alla Russia.”
I russi piantano il maggior numero possibile di peri e altri tipi di frutta. Vogliono essere sempre più autosufficienti, una politica che era stata in vigore ben prima delle sanzioni.
Zanzi ha anche esportato molte piante in Francia e Spagna, in particolare peri innestati sul Portainnesto Fox9, resistenti ai terreni calcarei. In Nord Africa furono inviati principalmente William, Abate, Carmen e Eden Gold, varietà autorizzate da Bendor. Allora perché il settore delle pere in Italia, soprattutto in Emilia Romagna, sta attraversando un momento così difficile?
“Da un punto di vista della coltivazione, è stato a lungo facile coltivare le pere ed era alla portata di tutti. Il terreno era adatto per i portainnesti principali e non c’erano malattie che ci costringevano a ricercare e sperimentare. Inoltre, i terreni inizialmente avevano una percentuale sufficiente di materia organica, ma questo è gradualmente diminuito. E avevamo tutti i mezzi chimici necessari per combattere gli agenti patogeni. Oggi la situazione è completamente diversa. La politica europea di vietare molti prodotti fitosanitari ci ha messo nei guai. Non c’è più margine di errore”, spiega Zanzi.
“Oggi è ancora possibile guadagnarsi da vivere da un frutteto di pere, ma ogni piantagione deve essere studiata in dettaglio. Le analisi del suolo devono essere eseguite per determinare il tipo corretto di portainnesto e varietà. Sono necessarie piante sane e certificate e quando si sceglie il luogo del frutteto, è necessario tenere conto di eventuali problemi nel piano climatico. Gelo, forti venti, grandinate o siccità non sono più l’eccezione, ma la regola.”
Sebbene il 90% delle piante di pera di Zanzi vada all’estero, il cambiamento è ancora evidente in Italia. “Nuove varietà stanno iniziando a essere piantate e anche sempre più varietà di club. Penso a Fred, Eden Gold e Create 194. Queste sono varietà di cui siamo licenziatari. Abbiamo lavorato con i coltivatori per nuovi impianti Abate a Reggio Emilia, Lazio, Abruzzo e Toscana. Turandot, Coscia, Carmen (soprattutto nel sud Italia) e Crea 194 sono alcune delle varietà di pere più richieste.”
“Il mercato richiede innovazione. Le pere con un bell’aspetto e un gusto convincente avranno sicuramente un futuro luminoso”, conclude Zanzi.