La siccità sta già affliggendo il Nord Italia. Dopo un 2022 estremamente secco e un inverno mite, gli agricoltori e le organizzazioni ambientaliste temono una carenza d’acqua la prossima estate, mentre a Venezia il traffico dei canali si fermerà.
Una piccola barca incagliata nel fango di un canale veneziano, l’ambulanza a vela che si ferma, gondolieri disoccupati sulla banchina. Non si tratta di immagini uniche, perché la bassa marea si verifica a Venezia quasi ogni anno, ma raramente i canali rimangono vuoti per tutto il tempo che fanno ora.
Il fenomeno è normalmente causato dalle zone di alta pressione e dalla fase lunare – è la controparte della famigerata acqua alta che spesso inondava la città in passato – ma a quell’elenco di cause si aggiunge ora anche l’estrema siccità. Secondo gli esperti, questo porta al fatto che l’acqua bassa dura insolitamente a lungo quest’anno.
Nella regione Veneto, solo mezzo millimetro di precipitazioni è caduto questo mese, mentre la media è normalmente intorno ai sessanta millimetri. Tutto il nord Italia soffre da oltre un anno di siccità estrema, che, secondo gli esperti, è il risultato dei cambiamenti climatici. Secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca, nel 2022 nel nord Italia c’è stato il 40 per cento di pioggia in meno rispetto al solito.
Coldiretti definisce la situazione “più grave che nel 2022”, mentre afferma che gli agricoltori della Pianura Padana hanno già subito perdite per 6 miliardi di euro l’anno scorso a causa della siccità. La Pianura Padana è il cuore pulsante della produzione alimentare italiana. Oltre al grano per la pasta, il parmigiano, il prosciutto di Parma e molti altri formaggi, carne, verdure e frutta provengono da esso.
Ma la siccità non riguarda solo gli agricoltori: parte delle centrali idroelettriche del nord Italia sono già ferme, il che può significare che ulteriori combustibili fossili devono essere bruciati se c’è mancanza di elettricità.
Uno dei problemi è la grande quantità di acqua persa in Italia negli acquedotti e nelle condutture dell’acqua, a causa della scarsa qualità delle tubazioni. Si stima che in alcune regioni sia fino al 50%. A livello nazionale, i rifiuti nel tubo dell’acqua sono circa il 36%.
La gestione idrica italiana è già diventata un po ‘ più efficiente negli ultimi anni, e 900 milioni di euro sono stati accantonati dal Fondo di sostegno corona per investire in tubature migliori. Il Club Ambientale Legambiente ha anche presentato altre otto proposte lunedì per mitigare gli effetti della crisi della siccità. Ma mentre i canali veneziani dovrebbero inondare di nuovo nei prossimi giorni, la prossima estate incombe sul paese come una nuvola minacciosa.