Ora che il Parlamento europeo ha anche approvato la fine del motore a combustione per auto nuove e autocarri leggeri da 2035 questa settimana, l’Italia è ancora una volta parlando come un avversario dei piani. Il ministro della mobilità italiano Matteo Salvini ha definito la decisione “un suicidio “e un”regalo per l’industria cinese”.
Esattamente un anno fa c’era già stata la critica italiana ai piani europei per un divieto dei motori a combustione, quando attraverso l’allora Ministro italiano per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani che è nel nuovo governo di Giorgia Meloni consigliere per l’energia del governo. Questa settimana, l’intenzione di porre fine all’era del motore a combustione interna nel 2035 è stata approvata dal Parlamento europeo.
Fondamentalismo ideologico, suicidio e un regalo per la Cina
Oggi, la critica suona dalla bocca del ministro della mobilità e vicepremier italiano Matteo Salvini che mette i piani via come ” fondamentalismo ideologico, suicidio e un regalo per la Cina.”
Come un paese automobilistico importante, con marchi come Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Maserati, Ferrari e Lamborghini, che sono ancora molto focalizzati sui motori a combustione oggi, Salvini difende la sua industria con questa affermazione, dove teme un’ondata di licenziamenti e fallimenti nel settore che impiega più di 270.000 persone nel paese del sud Europa e rappresenta oltre il 5 per cento del PIL italiano.
Anche prima delle dichiarazioni di Salvini, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha detto al quotidiano Corrierre della Sera che l’Italia vuole vedere come si può adeguare l’obiettivo dell’UE. A tal fine, il paese presenterebbe una controproposta con una riduzione del 90% anziché del 100, al fine di dare all’industria maggiori opportunità di adattarsi.
Che Salvini non solo parli a nome suo ma esprima una posizione di governo diventa ancora più chiaro quando si sa che il nuovo primo ministro italiano, Giorgia Meloni, già all’inizio di gennaio che ha proposto il divieto dei motori a combustione interna dal 2035 non ha senso per l’Italia e danneggerà l’industria nel suo paese. Ha poi dichiarato in una conferenza stampa che anche altri paesi europei possono essere d’accordo con la sua posizione in una certa misura, senza fare nomi.
C’è anche resistenza all’interno della Commissione europea
In particolare, il commissario ue per i mercati interni Thierry Breton ha dichiarato nel novembre dello scorso anno che la decisione europea di concentrarsi solo sulle auto elettriche comporta rischi per l’occupazione e l’accessibilità economica delle auto. in tal modo, va contro l’opinione di Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea e responsabile del Green Deal, che è un forte sostenitore del divieto in termini di prezzo.