L’Italia rinvia la decisione sulla fornitura di armi a Kiev

L’Italia non ha ancora preso una decisione sull’invio di nuove armi in Ucraina. Il rinvio è il risultato di tensioni politiche, considerazioni sui costi e carenze militari. Lo riferisce il quotidiano italiano La Repubblica. Due settimane fa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo una conversazione telefonica con il primo ministro italiano Giorgia Meloni, ha detto che Roma stava valutando l’invio di sistemi anti-aerei a Kiev, ma il governo italiano ha presto temperato le aspettative.

Meloni è favorevole a continuare a sostenere l’Ucraina. Secondo La Repubblica, citando fonti anonime, i suoi alleati di destra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, entrambi legati a Mosca, avrebbero sventato i suoi piani. Ma fonti dei loro partiti-la Lega Nord di Salvini e Forza Italia di Berlusconi — dicono che i partiti stessi non hanno problemi con la decisione di inviare armi.

Un altro motivo per ritardare una decisione finale, secondo il giornale, è che l’Italia ha già impegnato due dei cinque sistemi antiaerei in Kuwait e Slovacchia. Si teme che sia rimasto così poco per l’esercito italiano. Inoltre, ci sarebbero preoccupazioni per il costo dell’invio dei sistemi d’arma a Kiev.

Sotto l’ex primo ministro Mario Draghi, l’Italia ha inviato cinque pacchetti di aiuti all’Ucraina, tra cui forniture militari. Il governo Meloni, insediato a ottobre, ha lavorato per settimane su una possibile sesta consegna. Secondo La Repubblica, una tale decisione può ora essere attesa solo a febbraio al più presto.

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