La vendemmia in Italia è eccellente, sia in termini di quantità che di qualità, ma le vendite continuano ad attaccare. Gli ordini non sono affatto abbondanti e l’aumento dei costi riduce anche il reddito dei coltivatori.
In particolare i piccoli coltivatori risentono della situazione. A causa dei prezzi di vendita troppo bassi, sono spesso costretti a lasciare l’uva appesa ai bastoncini.
Lorenzo, viticoltore di 10 ettari in provincia di Bari, ci racconta che in una stagione normale al momento aveva già venduto quasi il 90% della sua produzione. “Ora arrivo a malapena al 25%. Molti temono che in questa stagione non usciranno indenni in termini finanziari.”
“Per la maggior parte delle uve di qualità standard, i prezzi al coltivatore sono compresi tra € 0,30 e € 0,35 al chilo. Le parti che convincono i commercianti raggiungono meno facilmente € 0.25. Con questi prezzi non possiamo coprire i costi di coltivazione. Tutti i costi sono aumentati troppo, come le reti anti-grandine, l’energia e i prodotti fitosanitari. Per noi, questa coltivazione è pura serietà, non solo un passatempo. D’altra parte, possiamo naturalmente anche non solo lasciare i grappoli appesi ai viticci. Ogni settimana che passa, i problemi e i costi aumentano, perché ovviamente dobbiamo impostare alcune azioni di coltivazione per mantenere intatto il frutto.”
“L’attuale stagione dell’uva è iniziata male. Speriamo che non peggiori. Speriamo che, come è successo più volte in passato, il settore trovi ancora una volta la forza per resistere e rispondere alla tempesta che CI sta arrivando”, conclude il viticoltore.