Rimproveri e minacce: il caos in Italia è sempre più grande

Le consegne di armi all’Ucraina sono state il segnale di partenza per un’intensa lite all’interno del Movimento Cinque Stelle. Il caos nel più grande partito d’Italia sta diventando sempre più grande di giorno in giorno. Il primo ministro italiano Draghi annuncerà domani se continuerà o meno.

Per tutto il fine settimana, il gruppo del Movimento Cinque stelle ha discusso i prossimi passi. La grande domanda: abbiamo intenzione di virare e dare Draghi la nostra fiducia, o stiamo andando a gettare la mazza nel pollaio per sempre?

L’incontro si è concluso domenica pomeriggio con un’accesa discussione. Una parte crescente del gruppo considera far saltare in aria il governo, giovedì scorso, un errore enorme e sta cercando di convincere il leader del partito Conte a incollare la rottura con il primo ministro Draghi. La linea dura vuole vedere questo governo cadere a tutti i costi.

L’argomento è aumentato così in alto nel pomeriggio di domenica che c’erano rimproveri e minacce più e più volte. L’ex primo ministro Conte è stato costretto a chiudere la riunione Zoom. Ieri, un altro tentativo è stato fatto per ottenere i nasi nella stessa direzione.

Sembra che il Movimento Cinque stelle si stia dirigendo verso una nuova scissione. Tre settimane fa, il ministro degli Esteri Luigi di Maio si è dimesso dal partito. Ha preso 51 deputati e undici senatori. Di Maio, sostenitore delle consegne di armi all’Ucraina, non poteva essere d’accordo con Conte, che crede che le consegne di armi alimentino solo la guerra.

Il Movimento Cinque stelle, secondo l’hard core, si è allontanato troppo dai principi attraverso la partecipazione al governo Draghi. Sono state fatte troppe concessioni e troppi compromessi.

Dalle elezioni del 2018, il Movimento Cinque stelle ha già perso circa la metà dei suoi parlamentari. L’uomo in carica, leader del partito ed ex premier Conte, non sembra capire tanto quella deflazione. L’uomo che è stato ampiamente elogiato per il modo in cui ha guidato l’Italia nei mesi più difficili della pandemia di corona è ora dalla parte dei duri, che non vogliono altro che mandare Draghi a casa.

Sabato scorso, Conte ha ribadito in un discorso su Facebook i nove punti su cui ritiene che il primo ministro Draghi dovrebbe prendere impegni con il Movimento Cinque stelle, come un salario minimo e garantire una sorta di assistenza sociale.

Il caos aumenta solo la possibilità che il primo ministro italiano Draghi si dimetta definitivamente domani. La sua osservazione che “mancano le condizioni per continuare” è confermata dalla lite in quel partito. Sebbene Draghi abbia un’ampia maggioranza parlamentare anche senza il resto del Movimento Cinque stelle, sembra all’ex presidente della Banca europea una questione di principio.

Nel frattempo, tutto viene tirato fuori dall’armadio per convincere il primo ministro Draghi a rimanere per altri sei mesi. Circa un migliaio di sindaci di tutti i colori politici hanno chiesto a Draghi di finire il suo lavoro. Diversi capi di governo stranieri hanno espresso la stessa speranza e l’ex primo ministro Renzi ha persino avviato una petizione per far cambiare idea a’ Supermario’.

L’alternativa ad altri sei mesi di Draghi sono le elezioni anticipate, un’alternativa che il blocco di centrodestra in particolare sta spingendo per, Giorgia Meloni della destra radicale Fratelli d’Italia in prima linea. La sua posizione di unica opposizione al governo di unità nazionale di Draghi ha ora reso il suo partito il più grande in Italia nei sondaggi.

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