La carenza di mani sta peggiorando in Italia. Nell’agricoltura e nell’orticoltura, vi è una carenza di lavoratori stagionali 100,000, ma anche il turismo, l’industria, l’edilizia e il settore dei servizi stanno vivendo carenze.
“L’Italia sta diventando un grande disastro e le aziende vengono trascinate nelle profondità. Mentre gli imprenditori sono alla ricerca di personale per mantenere la loro attività in esecuzione, ci sono persone sedute comodamente a casa davanti al tubo con un beneficio statale. Ogni giorno devo decidere quale trama di albicocche rinunciare. La forza lavoro che ho a mia disposizione non è sufficiente a coprire tutta la mia superficie. Al momento, 45 lavoratori sono coinvolti nella raccolta di drupacee, ma ne servirebbero almeno altri 30 per poter organizzare due turni di raccolta per coltura”, afferma Vincenzo Favale della provincia meridionale italiana di Matera. Il coltivatore ha 25 ettari di drupacee, tra cui albicocche, pesche e nettarine.
“Nelle ultime settimane, ho contattato decine di persone per offrire loro un contratto di lavoro immediato e una retribuzione netta di € 45 euro al giorno lavorativo di 6 ore e 40 minuti. Una gran parte di loro mi ha detto che godono di benefici e quindi non vogliono venire a lavorare, perché sarebbe antieconomico. Ho anche contattato le agenzie di collocamento, ma anche loro non potevano aiutarmi. Sono in una situazione precaria, perché ci sono ancora enormi quantità di albicocche appese agli alberi. Sto raccogliendo contemporaneamente le varietà Rubista, Flopria, Mediabel e Orange Rubis, e tra pochi giorni inizierò con Lady Cot.”
“Lavori per un anno intero e quando è finalmente il momento di raccogliere, non hai abbastanza persone per questo. Di alcune varietà sono stato in grado di finire un giro di raccolta, mentre altre ho dovuto lasciare completamente a sinistra. Speravo che le centinaia di lavoratori della raccolta delle fragole avrebbero fatto la transizione verso la raccolta di drupacee, ma questo non è stato il caso. Hanno preferito l’indennità di disoccupazione a uno stipendio, e molti sono persino partiti per il loro paese d’origine, dove sono in attesa di tornare in Italia più tardi e accumulare nuovamente il numero di giorni lavorativi necessari.”
“Il problema è che per salvare ciò che può essere salvato, non si guarda più a una spesa più o meno, ma poi si devono affrontare sorprese quando si deve fare il punto della stagione. Le mie albicocche stanno ancora cadendo a terra. Coloro che si sentono chiamati a dare una mano saranno accolti a braccia aperte.”