LA DIOCESI DI TREVISO A SOSTEGNO DI FAMIGLIE E IMPRESE COLPITE DALLA PANDEMIA

Contributi a fondo perduto e un piano di micro-credito
TREVISO – La Chiesa trevigiana in aiuto delle famiglie e delle piccole imprese locali schiacciate dalla crisi Covid. Durante la Messa del Crisma del Giovedì santo, in Cattedrale, il vescovo Michele Tomasi ha lanciato un progetto di sostegno solidale, che vedrà impegnata l’intera Diocesi. “Sta a noi. Per un patto di comunità” – questo il nome dell’iniziativa – si articolerà in concreto in due linee d’azione: da un lato un fondo di comunità per contributi a fondo perduto ai nuclei familiari, dall’altro un programma di micro-credito a favore delle attività produttive.
La Diocesi stessa ha stanziato 550mila euro, derivanti in gran parte dall’8 per mille, per costituire la dotazione iniziale destinata alle famiglie. L’invito è che tutti, privati, aziende, associazioni, enti, contribuiscano, nei limiti delle proprie possibilità, per incrementare le risorse a disposizione. Al progetto è stata destianata anche la tradizionale colletta tra i sacerdoti effettuata il Giovedì santo.
Le famiglie potranno ricevere contributi a fondo perduto fino a 3mila euro, con cui acquistare generi alimentari o far fronte alle spese per affitto e bollette, per le cure mediche, per i trasporti, per strumenti informatici necessari per il lavoro o la scuola. Le imprese potranno accedere a micro-finanziamenti, erogati in collaborazione con Banca Etica e la società specializzata PerMicro, fino a 25mila euro, a tassi irrisori, da restituire in 72 rate. Soldi che potranno essere usati per comprare merci, attrezzature, arredi o per esigenze di liquidità. A intercettare e segnalare le situazioni familiari di disagio saranno delle “sentinelle” nel territorio, mentre le ditte avranno a disposizione un numero telefonico dedicato e apposite pagine nei siti internet della Diocesi e della Caritas. Operatori fiduciari debitamente formati seguiranno poi i partecipanti nel successivo percorso. Più 220 i volontari coinvolti, oltre alle strutture della Caritas e di altri organismi diocesani e anche esperti esterni. Verranno attivati anche degli sportelli, cinque per le famiglie e uno per le imprese.
Un’azione per il bene comune, di aiuto reciproco, superando contrapposizioni sociali e logiche di parte, l’ha definita monsignor Tomasi: “Abbiamo scoperto in questo tempo di pandemia che è necessario prenderci cura gli uni degli altri. È il Risorto presente tra noi che ce ne fa capaci. È Lui che ce lo chiede. È Lui che ci apre la strada. Con Lui possiamo incontrarci e collaborare per costruire reti di solidarietà e di dono reciproco, di vicinanza, di responsabilità, di amore”, ha spiegato il presule durante l’omelia.
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