OLTRE UN TERZO DI PUBBLICI ESERCIZI E NEGOZI TREVIGIANI A RISCHIO

Allarme per l’impatto economico della seconda ondata
TREVISO – Bar, ristoranti, pubblici esercizi, alberghi, ma anche negozi. Sono i settori direttamente toccati dalle restrizioni anti-contagio o comunque colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia. Più di un terzo di questi rischia di non riaprire più o di chiudere definitivamente.
Se il lockdown primaverile aveva messo in ginocchio almeno un impresa su quattro, ora con la seconda ondata, l’Ascom Confcommercio trevigiana è costretta a rivedere al rialzo le stime: il 35% delle ditte rischia di non superare la conclusione del 2020. “Ci sono realtà che hanno già sospeso l’attività in attesa di tempi migliori, ma per le quali purtroppo questa chiusura temporanea si trasformerà in una non riapertura – conferma Federico Capraro, presidente di Confcommercio provinciale – e altre che invece stanno valutando di attuare direttamente una chiusura definitiva. Molte altre ancora, d’altro canto, stanno tenendo duro cercando di inventarsi tutte le soluzioni possibili: questo perché, come ben sa ogni imprenditore, tenere attiva, seppure al minimo, la propria impresa significa sperare di poterla mantenere viva”.
Un vero e proprio dramma, per il leader dell’associazione imprenditoriale del terziario, secondo cui la linea finale è già stata oltrepassata da diverse ditte e molte altre potrebbero seguirle nel giro di un mese o poco più. Difficile pensare che le festività natalizie possano portare un deciso allentamento delle misure restrittive al movimento. Stando così le cose, per molti negozi quello che, in anni normali, è il periodo clou per le vendite rischia di segnare la definitiva bandiera bianca.
“Non si riesce ancora a stimare la durata di questo nuovo lockdown leggero’, ma che per molte imprese, di fatto, equivale ad una nuova serrata – sottolinea Capraro – Per questo è fondamentale garantire il sostegno economico a queste imprese, perché a loro volta possano garantire l’occupazione e, pur chiudendo per un periodo, possano rimanere in vita”.

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