ALLARME DEI SINDACATI: “A DICEMBRE RISCHIO LICENZIAMENTI”

"Aziende potrebbero tagliare per riassumere con contratti a termine"
TREVISO – Impennata di licenziamenti a dicembre? A lanciare l’allarme sono i sindacati trevigiani: il mercato del lavoro, in questo momento, è ancora congelato dall’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali per Covid e dal blocco dei licenziamenti. Ma a fine anno, con la scadenza di questi provvedimenti, molti lavoratori potrebbero essere lasciati a casa, soprattutto nei settori nei quali la ripartenza si sta dimostrando più ardua: turismo, trasporti, l’agroalimentare che vende soprattutto a bar e ristoranti, aziende manifatturiere della catena di fornitura dell’industria automobilistica tedesca, edilizia.I segretari generali Cinzia Bonan, Cisl Belluno Treviso, Mauro Visentin, Cgil Treviso, e Guglielmo Pisana, Uil Belluno Treviso, chiedono misure per favorire la riqualificazione e il ricollocamento di chi perderà il posto, in particolare per giovani, donne, over 50. Pisana, in particolare, mette in guardia anche contro il fatto che, una volta tolto il divieto, alcune imprese possano approfittare della crisi per licenziare dipendenti con contratti a tempo indeterminato per riassumerli con rapporti a termine, meno tutelati.Saranno una sessantina i delegati dalla Marca a partecipare venerdì alla manifestazione regionale di Verona, in occasione della Giornata del lavoro indetta da Cgil, Cisl e Uil a livello nazionale. Manifestazione di piazza nel rispetto delle norme anti-contagio: dunque non più di 300 presenti, distanziamento e obbligo di rimanere seduti. “Ripartire dal lavoro” – spiegano i vertici trevigiani dei sindacati – perché dal lavoro passa il rilancio del paese e la qualità della vita delle famiglie.Tra i punti principali della piattaforma unitaria, riforma fiscale e lotta all’evasione, diritto alla scuola e alla formazione, sanità pubblica, la necessità di coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori nella decisione su come impiegare le risorse in arrivo dall’Europa. E poi il rinnovo dei contratti di lavoro, alcuni scaduti da anni, che riguardano dieci milioni di addetti in Italia e diverse migliaia nella Marca.

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