Maltempo, Aste deserte per la vendita del legname

Venezia – “Ad Asiago e Roana, sono fallite le aste per la vendita del legname disseminato sul territorio dopo il devastante maltempo di ottobre. Inoltre, nel bilancio, la giunta regionale non stanzia nulla per la montagna, mentre serve un fondo immediato di garanzia che assicuri un prezzo minimo di vendita. La lista delle priorità del Collegato è incomprensibile: ci sono misure che prevedono stanziamenti per decine di milioni, ma neanche un centesimo per questa grave emergenza che ha bisogno di risposte immediate. Una cocciutaggine imbarazzante e incomprensibile, difficile da spiegare ai veneti”.

E’ quanto si legge in una nota del gruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, a commenta del no all’emendamento al Collegato in cui si chiedeva di stanziare 70 milioni di euro l’anno, per tre anni, per interventi urgenti e strutturali di messa in sicurezza del territorio, evidenziando quanto accaduto sull’Altopiano di Asiago in questi giorni, rapporti Vicenzareport.

“Le aste per la vendita dei tronchi schiantati dal maltempo sono andate a vuoto, nonostante un ribasso del prezzo fino a un terzo del loro valore di mercato, e i Comuni hanno nuovamente lanciato l’allarme. La questione della montagna, nel suo insieme, doveva essere la priorità assoluta. Invece è come se non esistesse.  Se, come sostiene Zaia, occorre un Piano Marshall per la montagna, 70 milioni erano una misura minima. A maggior ragione se si batte cassa con Roma e Bruxelles. Ma, di fronte di un miliardo di danni da maltempo facciamo finta di niente, andando ad aggravare i problemi, raccontando la favola delle risorse che ci dovranno tornare indietro con l’autonomia: così si strumentalizza una tragedia, costruendo il consenso sulla pelle della gente”.

“E’ stato detto no a tutto – concludono i consiglieri Pd -, perfino all’impegno di tagliare l’Irap alle piccole e medie imprese del territorio montano colpito dalla calamità di fine ottobre, e di azzerarlo per tre anni a chi intenda aprire una nuova attività. Tanta ostinazione è difficile da comprendere, quasi ci fosse una volontà punitiva. La montagna però si aiuta così, mettendo risorse contro il dissesto idrogeologico evitando un ulteriore spopolamento, non con passerelle ad alta quota per difendere i confini. Perché agli uragani, dei confini, non importa granché”.

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