ALLARME SICCITÀ NELLA BASSA PADOVANA

Dopo le semine la soia non cresce
PADOVA – Problema siccità nella Bassa Padovana. In sessanta giorni ha piovuto l’equivalente di un acquazzone di normale intensità. Dall’inizio della primavera, dopo un inverno avaro di precipitazioni, la siccità nella bassa Padovana sta provocando seri danni all’agricoltura. I dati di rilevazione delle precipitazioni nelle centraline Arpav da Montagnana a Sant’Elena, passando per Sant’Urbano e Masi, sono impietosi: negli ultimi sessanta giorni se ne contano al massimo una decina in cui si sono registrate delle piogge. In totale in due mesi sono caduti fra i 25 e i 40 millimetri d’acqua, a seconda delle zone. Vale a dire nulla, osserva Coldiretti Padova, in una zona in cui insistono migliaia di ettari di coltivazioni, oltre a frutteti, orti e vigneti, che hanno bisogno d’acqua e che si trovano anche in zone non sempre raggiunte dall’irrigazione. Ora è allarme anche per la soia, una delle principali coltivazioni a pieno campo nella nostra provincia, con oltre 26 mila ettari. Il mese scorso gli agricoltori erano stati costretti ad irrigare sul terreno nudo, prima ancora di seminare, perché il sole e il vento avevano inaridito i campi. Quindi già la semina era partita in ritardo ma ora, in mancanza di precipitazioni, la soia non cresce.La siccità ormai è una costante per il nostro territorio, in particolare per la Bassa Padovana e quasi ogni anno gli agricoltori si trovano a dover affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e della minore disponibilità d’acqua.

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