LA LEADER DELLA BANDA SINTI PERCEPIVA IL REDDITO DI CITTADINANZA

Rete criminale sgominata grazie all’aiuto della nuora
VENEZIA – Bruna Hodorovich, leader della banda di sinti con base tra Cavarzere e Mestre, accusata dalla procura di Venezia di aver messo a segno oltre 100 furti per un bottino pari a mezzo milione di euro, beneficiava del reddito di cittadinanza e di una casa popolare. La Hodorovich era tra i leader della banda sgominata grazie alla testimonianza della nuora 20enne, fuggita e poi ripudiata dopo anni di violenze e minacce da parte del marito, Patrick Hodorovich.
L’inchiesta che ha portato in carcere Bruna Hodorovich, il marito Diego Fulle, e altri 4 componenti della banda, più due persone ai domiciliari con cavigliera elettronica, è stata lunga e possibile proprio grazie alla moglie di Padrick Hodorovich, ribellatasi a questa famiglia di ladri. Era stata minacciata e insultata perché non voleva entrare a far parte di questa rete criminale, nella quale la famiglia rubava denaro agli anziani, vittime predilette, e oggetti di valore nelle abitazioni, da rivendere poi in Africa Settentrionale.
Le indagini sono state complicate soprattutto per la difficoltà di trovare un interprete: sono in pochi a parlare la lingua sinti, pochissimi quelli disposti a collaborare con le forze dell’ordine. Un contributo fondamentale è arrivato da un nomade di un’altra comunità sinti che ha accettato di aiutare i militari traducendo le tante pagine di intercettazioni raccolte in un anno e mezzo di indagini. E poi tra le fortune vi è stato l’intermediario marocchino, che parlando arabo, ha reso le indagini e le traduzioni delle telefonate più semplici. Grazie a questo contatto la merce rubata veniva rivenduta in Marocco e fruttava decine di migliaia di euro.
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.