MAFIA IN VENETO, RINFORZI DAL VIMINALE

Nasce il Centro di documentazione e d’inchiesta sulla criminalità organizzata
VENEZIA – Nasce in Veneto il Centro di documentazione e d’inchiesta sulla criminalità organizzata a Dolo, in Riviera del Brenta. Giornalisti d’inchiesta uniranno le forze per combattere le mafie nel territorio. Occasione questa, per il procuratore Cherchi e il prefetto di Venezia Zappalorto per lanciare l’ennesimo allarme sugli organici di forze dell’ordine e magistratura impegnate con i processi per mafia in Veneto. “Roma si è dimenticata del veneto per quanto riguarda le gestione dei magistrati” ha affermato Cherchi. Questa regione è di fatto culla della “quarta mafia d’Italia”, completamente abbandonata dalle istituzioni. Infiltrazioni della ‘ndrangheta a Verona e Padova, Casalesi a Eraclea, criminalità organizzata in tutta la regione. Mafia che fino a qualche anno fa non si sarebbe nemmeno immaginata, in una regione vista, almeno superficialmente, come un’isola felice. A lungo è stata negata l’esistenza della mafia in Veneto, in particolare in provincia di Venezia. E invece sono 150 i provvedimenti restrittivi per mafia nell’ultimo anno, e gli organici sono ridotti all’osso. Mancano magistrati, personale amministrativo, forze dell’ordine, e serve aiuto dal governo. Lamorgese risponde con l’invio dei rinforzi per il prossimo anno: 115 tra carabinieri, poliziotti e finanzieri. E un messaggio arriva anche dal Ministro d’Incà: “Il governo lotterà ogni giorno per la legalità e non abbasserà mai la guardia sui fenomeni criminali e sulle infiltrazioni malavitose nel territorio”.

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