MARE DI COCAINA A CHIOGGIA

Operazione "Tsunami", la Finanza sequestra beni per 7 milioni
CHIOGGIA – “Per spazzarli via ci vorrebbe uno Tsunami”, aveva affermato un cittadino di Chioggia durante le indagini in incognito dei carabinieri. Ed è da lì che è nato il nome dell’inchiesta. “Operazione Tsunami”, come fosse un’onda, non devastatrice, bensì purificatrice, per ripulire dalla droga e dalla delinquenza la cittadina. Il maremoto si è scatenato ieri mattina all’alba: 25 le misure cautelari e un sequestro pari a 7 milioni di euro. L’inchiesta Tsunami è coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e riguarda un nuovo sistema di gestione del traffico di stupefacenti. Un cartello tra famiglie concorrenti sul mercato, mirato a conquistare l’intera piazza della cocaina e della marijuana da Chioggia a Sottomarina, senza lasciare spazio ad altri aspiranti pusher. Figure centrali del sistema Marco Di Bella, 52 anni e Raffaele D’Ambrosio, 44 anni. Intorno a questo primo nucleo si aggiungevano mediatori, fornitori e spacciatori. Un centinaio le persone coinvolte. In 18 mesi sono stati venduti 253 kg di droga in città. Droga che arrivava dai Balcani. I capitali accumulati grazie allo spaccio venivano reinvestiti all’estero, alle Canarie. Fondamentali per le indagini le intercettazioni telefoniche, come ad esempio la telefonata tra Ingri Varagnolo e la sua compagna che gli dice: “Se hai intenzione di fermarti fai bene, così mezza Chioggia smette di tirare”. A monte dell’Operazione Tsunami i numeri dell’Ulss che segnalano come a Chioggia ci sia un elevatissimo consumo di cocaina, più del doppio rispetto a Venezia. I nuovi ingressi al Serd di Chioggia sono infatti aumentati di più del 50%, così come sono aumentati i maltrattamenti e le violenze domestiche, spesso legati all’assunzione di stupefacenti.

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