LE AZIENDE TORNANO IN ITALIA

Si torna a scommettere sul Made in Italy
TREVISO – Le imprese italiane tornano a casa, e ricominciano a scommettere sul Made in Italy. Si chiama “Back reshoring” e sta per rilocalizzazione, e cioè il ritorno in Italia delle aziende che finora avevano lavorato all’estero, privilegiando i costi di produzione molto più bassi. E mentre nel nostro Paese continuano a fuggire al ritmo di 25mila l’anno, la manifattura cambia rotta e comincia il contro-esodo. Le imprese tornano, perchè per realizzare prodotti di qualità bisogna farlo in Italia, come spiega Giuliano Grotto, fondatore di Fitwell, il brand di scarpe da trekking che emigrò in Romania nel 1999, e ora è rientrato, anche se parzialmente, a Montebelluna. Si torna in realtà per ragioni molto pratiche: i costi di produzione anche all’estero sono aumentati, l’est europeo ha cominciato ad organizzarsi sindacalmente, i tempi delle consegne sono lunghi, e infine la riscoperta forza del brand Made in Italy, specialmente ora che le norme sulla sicurezza Ue impongono l’indicazione dell’origine di tutte le merci. La qualità sembra aver recuperato terreno prepararndo la sua rivincita sulla produzione massiva in serie degli ultimi anni. Sono rimpatriati i grandi marchi e le eccellenze della moda italiana come Prada, Ferragamo, Bottega veneta, Geox e Benetton. E come per i settori dell’abbigliamento e del calzaturiero, torna in Sardegna la Asdomar, che aveva stabilimenti per la produzione di tonno in Portogallo, la Global Garden Products ha riportato i suoi vivai a Treviso dalla Slovacchia, e la Vimec, dopo oltre 25 anni di ascensori costruiti in Cina, è tornata a Luzzara.

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