NATURA IN POSA

In progetto la Candidatura di Treviso a Capitale della Cultura 2021

TREVISO – Un piano quadriennale di alto livello con una mission ben precisa: la candidatura di Treviso a Capitale della Cultura 2021. Una programmazione che favorirà il posizionamento della città nel panorama nazionale e internazionale delle città d’arte. Questo percorso virtuoso ha il suo inizio con la mostra presentata ieri, Natura in Posa. Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea, in programma dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020 al Museo Santa Caterina.

L’esposizione, curata per la sezione antica da Francesca Del Torre, Gerlinde Gruber e Sabine Pénot – responsabili del Kunsthistorisches Museum di Vienna rispettivamente per la pittura italiana, fiamminga e olandese – e da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia, per la sezione fotografica, è il primo appuntamento di un ampio progetto di mostre ed eventi, messo a punto dalla Città di Treviso insieme a Civita Tre Venezie, a Intesa Sanpaolo e a importanti partner istituzionali, allo scopo di valorizzare, in Italia e all’estero, lo straordinario patrimonio della Marca trevigiana. L’evento ha visto gli interventi di Mario Conte, sindaco di Treviso, di Lavinia Colonna Preti, assessore ai Beni Culturali e Turismo della Città di Treviso, di Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie, di Renzo Simonato, Direttore Regionale Veneto Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, di Francesca Del Torre, curatrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna e della mostra Natura in posa e di Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci di Venezia e curatore della sezione fotografica della mostra Natura in posa.“La prima grande mostra – ha affermato Mario Conte, sindaco di Treviso – è frutto di un enorme lavoro e di una collaborazione all’insegna della qualità con Civita Tre Venezie e il Kunsthistoriches Museum di Vienna, fra i poli museali più importanti del mondo e che, per la prima volta, concederà in prestito un numero così alto di opere”. “Natura in Posa – ha proseguito Mario Conte – rappresenta la nostra idea di grande mostra, con elementi di internazionalità e territorialità: avremo opere dei maggiori pittori fiamminghi ma anche di artisti inseriti nel contesto veneto. L’evento sarà il biglietto da visita della nuova idea di cultura portata avanti dalla nostra Amministrazione con un piano quadriennale di assoluto livello, che sia coinvolgente anche per tutti coloro che operano in città, dalle attività produttive a quelle ricettive”.”La programmazione quadriennale di mostre di così alto livello – ha dichiarato Lavinia Colonna Preti, assessore ai Beni Culturali e Turismo della Città di Treviso – favorirà il posizionamento di Treviso nel panorama nazionale e internazionale delle città d’arte”.“Abbiamo deciso infatti – ha continuato Lavinia Colonna Preti – di intraprendere un percorso virtuoso fondato su cinque principi ispiratori – territorialità, internazionalità, originalità, scientificità e contemporaneità – facendo sì che tutte le mostre siano legate da un fil rouge alla nostra storia per rafforzare il brand Treviso, ma sempre un occhio ‘oltreconfine’. In più, ci saranno elementi di unicità, con temi alti in grado di aprire un dibattito culturale e attirare l’attenzione degli operatori del settore. Di fatto, con Natura in Posa inizia un nuovo, entusiasmante cammino dove la nostra idea di ‘grande mostra’ trova la sua massima espressione”.“Civita Tre Venezie insieme a Marsilio Editori – ha sottolineato Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie – realtà primarie a livello nazionale ma profondamente radicate nel Veneto, s’impegna a costruire e promuovere un programma espositivo di ampio respiro, proponendo quattro mostre costruite appositamente per il territorio attraverso rigorosi progetti scientifici che ne raccontano la storia, una curatela internazionale e una selezione di opere capaci di dialogare con i capolavori della collezione museale. L’obiettivo comune è di valorizzare il lavoro di riqualificazione del Museo e mettere in moto un processo identitario che caratterizzi Treviso come meta di turismo culturale di qualità”.”Intesa Sanpaolo – ha dichiarato Renzo Simonato, Direttore regionale per Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo – ha deciso di affiancare la Città di Treviso con una collaborazione pubblico privato di lungo respiro che fino al 2023 vedrà un grande progetto culturale di rilancio della città svilupparsi insieme, per il benefici della comunità trevigiana. Tra le tante iniziative in ambito artistico-culturale previste, “Natura in posa” è la prima. Intesa Sanpaolo è fortemente impegnata nel sostegno all’attività culturale del Paese e in particolare in Veneto dove, a Vicenza, ha uno dei suoi tre musei delle Gallerie d’Italia”. La prima tappa di questo progetto, promossa dalla Città di Treviso e Civita Tre Venezie, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, è dunque la mostra NATURA IN POSA. Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea, in programma dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020, al Museo Santa Caterina di Treviso.Natura in posa offrirà al visitatore un percorso sorprendente e al tempo stesso tematico e cronologico, dove verrà raccontata l’evoluzione del genere dello still life, che ha le sue origini già nell’antichità, ma che assurge al rango di rappresentazione autonoma proprio nel Veneto con i Bassano per poi raggiungere l’apice intorno al ‘600 nei Paesi Bassi, diventando una delle più forti fonti d’ispirazione anche per i grandi artisti contemporanei che reinventano e reinterpretano il tema con personali e talvolta visionarie suggestioni. Straordinarie vanitas, composizioni floreali, raffinate scene di mercato, sontuose tavole imbandite sfileranno in mostra accanto a ritratti di interni e delle stagioni o preziosi simboli iconici che ci ricordano la caducità della vita e dei suoi piaceri, come farfalle, libri, vasi, strumenti.“Cinquanta capolavori scelti dalle collezioni del Kunsthistorisches Museum di Vienna illustrano la storia e l’evoluzione di uno dei generi più affascinanti della pittura seicentesca – ha ricordato Francesca Del Torre, curatrice del Kunsthistorisches Museum di Vienna e dell’esposizione – La natura morta, che ha le sue origini già nell’antichità, assurge tuttavia al rango di rappresentazione autonoma nei paesi bassi intorno al 1600. È in quel contesto geografico, culturale e politico che tali creazioni si perfezionano. Artisti quali Jan Brueghel il Vecchio, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou ci consegnano straordinari capolavori che incantano per fasto, creatività e perfezione di esecuzione. Alcuni prestiti provenienti dalle collezioni di musei del Veneto rinforzano e integrano la selezione e sottolineano il successo di questo genere in Italia”.“Simbolo della caducità della vita e dell’effimero, il soggetto della Natura morta porta con sé una stretta attinenza con le ambizioni ideali che la fotografia ha maturato sin dai suoi esordi – ha affermato Denis Curti, curatore della sezione fotografica della rassegna – Proprio questa affinità, consolidata nel tempo tra i due linguaggi artistici, è la ragione principale della presenza di una sezione fotografica all’interno della mostra. Il binomio artistico tra pittura e fotografia vuole significare quel sentimento di continuità e fascinazione che ancora oggi pervade la produzione contemporanea, ponendo l’attenzione sui sentimenti degli autori, sui loro sogni e sulle loro visioni. Le opere fotografiche esposte tentano di spiegare come la Natura morta abbia seguito un itinerario autonomo, in cui ogni scatto rappresenta il punto di arrivo di un’azione, che vuole penetrare la realtà e andare oltre le apparenze”.Le opere di artisti quali Francesco Bassano, Lodovico Pozzoserrato, Jan Brueghel il Vecchio, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou,Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni – che incantano per fasto, creatività e perfezione di esecuzione – dialogheranno con le più iconiche fotografie contemporanee. Si passa, così, dalle vanitas capaci di trarre in inganno di David LaChapelle ai crudi e ironici reportages di Martin Parr sul consumo di massa, dai magnifici e sensuali fiori di Robert Mapplethorpe ai Flowers di NobuyoshiAraki, dalla serie dedicata alle zuppiere di Franco Vimercati all’idea di classicità pittorica di Hans Op De Beeck, al progetto Herbarium di Nino Migliori.Oltre al Kunsthistorisches Museum di Vienna, con un eccezionale prestito di 50 opere, i dipinti proverrano anche da importanti musei e fondazioni venete, come le Gallerie dell’Accademia di Venezia, il Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Padova e la Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso. Il progetto Grandi Mostre al Museo Santa Caterina di Treviso proseguirà nella primavera del 2021 con la rassegna monografica che celebrerà Paris Bordon (1500-1571), il più illustre maestro rinascimentale trevigiano. L’esposizione, curata da Arturo Galansino e Simone Facchinetti, offrirà l’opportunità di ammirare tutti i capolavori di questo straordinario esponente del Cinquecento, in grado di testimoniare la sua grandezza e la sua influenza nel panorama artistico del tempo.Il programma continuerà nel biennio 2022-2023 con altri due importanti appuntamenti; da un lato, la rassegna La nascita del paesaggio. Il Veneto di Bellini, Tiziano, Palladio, curata da Guido Beltramini e Mattia Vinco, ricorderà lo strettissimo legame tra arte e natura che si sviluppò in Veneto, più che in qualsiasi altra zona d’Italia, e che portò a definire un nuovo concetto di natura e di paesaggio, non solo in ambito artistico, ma anche in quello letterario e culturale. Il percorso espositivo proporrà una selezione di dipinti e sculture di autori quali Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Carpaccio, Giorgione, Palma, Tiziano, Andrea Briosco, detto il Riccio e altri, provenienti dai più importanti musei europei, oltre a libri a stampa, mappe antiche e modelli di architettura.Dall’altro lato, la mostra Signore e Patrone. Caterina, Isabella, Lucrezia, a cura di Paola Marini,si concentrerà sulle figure di tre donne quali Caterina Cornaro, Isabella d’Este e Lucrezia Borgia che, tra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, furono riconosciute protagoniste grazie alla loro personalità, al rapporto con artisti e letterati, e al fascino che le loro vicende esercitarono nei secoli.

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