“Difendere la scuola, pubblica e unitaria”

Il Consiglio dei ministri, ieri, nell’ambito delle trattative sull’autonomia relative alle richieste di Veneto e Lombardia, ha detto no all’ipotesi che siano le regioni a gestire le politiche scolastiche. Il rischio è infatti quello che si crei una scuola di serie A, nelle regioni più ricche, magari con largo spazio agli istituti provati, ed una scuola di serie B, pubblica, ghettizzata e con meno risorse, nel resto del paese. E’ la componente pentastellata del governo a difendere l’unità scolastica nazionale…

Naturalmente, sono invece arrabbiatissimi per la decisione del Consiglio dei ministri, gli uomini della Lega, in particolare i presidenti delle amministrazioni regionali interessate, Luca Zaia e Attilio Fontana. Pubblichiamo di seguito, a commento di tutto questo, l’intervento di Luca Fantò, vicentino, segretario regionale del Psi e referente nazionale per la scuola.

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Luca Fantò

Vicenza – Il Psi prende atto con soddisfazione della volontà da parte della maggioranza di eliminare l’articolo 12 dalla trattativa sull’autonomia. Ci siamo da subito schierati per l’unitarietà dell’istruzione pubblica in quanto istituzione dello Stato impossibile da frammentare se non rischiando di frammentare il concetto stesso di Italia e di nazione italiana.

E’ quindi molto positivo quanto accaduto nel Consiglio dei ministri di ieri, 19 luglio, ovvero che non vengano previste differenze di programmi, che il personale scolastico tutto resti alle dipendenze dello Stato e che lo Stato non debba privarsi di ulteriori risorse da assegnare a Regioni che hanno già dato prova di volerle usare a favore degli istituti privati, tradendo lo spirito anche se non la forma dell’articolo 33 della nostra Costituzione.

Certo la  questione non è ancora chiusa, si tratta di un primo passaggio.  Già i presidenti delle regioni Lombardia e Veneto manifestano il loro disappunto. D’altronde, vista la lentezza con cui procede il percorso per l’autonomia regionale, per i presidenti Zaia e Fontana comincia a essere difficile spiegare ai veneti e ai lombardi il senso dei costosi referendum organizzati poco prima delle elezioni regionali nel 2017.

Noi socialisti denunciammo allora e ribadiamo oggi l’inutilità e forse la dannosità di quei referendum, che probabilmente rappresentarono solo l’opportunità di anticipare la campagna elettorale che poi la Lega vinse, sia in Veneto che in Lombardia.

Luca Fantò – Referente nazionale Psi scuola

vicenzareport.it

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