Decreto banche, senatori Pd querelano Lezzi

Roma – Ha fatto un certo rumore quest’oggi quanto ha detto, nel suo intervento a Palazzo Madama, la senatrice del Movimento 5 Stelle Barbara Lezzi a proposito della vicenda delle banche popolario venete ed in particolare della loro acquisizione da parte di Banca Intesa. La senatrice non ha usato mezzi termini nell’affermare quanto del resto in molti pensano, ovvero che è stato fatto un regalo clamoroso al principale gruppo creditizio italiano, che ha acquisito le due banche per  la cifra simbolica di un euro, per altro senza accollarsene i problemi visto che Intesa prende solo le parti buone dei due istituti, come i depositi, gli sportelli etc, lasciando il contenzioso ed i problemi ad una bad bank in liquidazione.

La senatrice, il cui intervento pubblichiamo nel video a fondo pagina, è andata anche più in là, ipotizzando che vi fosse una sorta di disegno prestabilito fin dall’inizio e chiamando in causa il Partito Democratico. A quel punto, nell’austera aula del Senato, gli animi si sono accesi, con i senatori veneti del Partito Democratico che hanno ribattuto con veemenza e minacciato querele. Subito dopo i senatori Pd Laura Puppato e Giorgio Santini hanno diffuso una nota nella quale annunciano “di aver deciso di querelare Barbara Lezzi per le gravi e offensive accuse che ci ha rivolto nel corso del suo intervento nell’aula di Palazzo Madama, riferendo fatti e informazioni completamente falsi”.

“Un intervento, peraltro – aggiungono i due senatori veneti -, fatto ad uso e consumo dei social media, dove di solito vengono postati i video dei parlamentari pentastellati. La senatrice Lezzi continuava infatti a ripetere che intorno a lei i senatori stavano ridendo, quando non era così, al solo scopo di costruire una narrazione finalizzata alla comunicazione interna al Movimento, intrisa d’odio nei confronti del Pd”.

“Le accuse nei nostri confronti – concludono Puppato e Santini – sono completamente false e infondate. Abbiamo chiesto alla Presidenza del Senato di espungere le offese dal resoconto e di valutare una sanzione ai danni della senatrice. Abbiamo inoltre dato mandato ai nostri avvocati di tutelarci per via legale. Il nostro comportamento sulle banche venete è infatti trasparente: abbiamo sempre lavorato per salvaguardare i cittadini e gli interessi del nostro territorio, rimettendoci anche in modo personale. Nel complesso si tratta di un’intollerabile istigazione all’odio, anche pericolosa sul piano sociale, che va stigmatizzata in ogni modo, soprattutto perché operata in Aula parlamentare”.

vicenzareport.it

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