E’ sempre più pericoloso spostarsi in bicicletta

Vicenza – Ci risiamo: ennesimo incidente nella giornata odierna a Vicenza, a farne le spese stavolta sono stati i malcapitati trovatisi questa mattina in Viale Cricoli: due feriti. Stessa sorte a Marano Vicentino dove a rimanere ferito è stato il ciclista 28enne. Evidentemente non sono bastaste le morti illustri degli ultimi anni come Michele Scarponi o Nicky Hayden, investiti mentre si allenavano sulle strade italiane in sella alle loro biciclette nel 2017. Evidentemente non bastano le statistiche che vedono l’Italia essere lo Stato più pericoloso per la mobilità in bicicletta tra quelli analizzati dall’International Transport Forum con 51 morti ogni miliardo di chilometri pedalati, un’enormità se paragonato agli 8 di Norvegia e Olanda.

La frequenza di questi eventi è impressionate (un morto ogni 35 ore in Italia) anche nella nostra zona e non si può più accettare si dica che sia il destino responsabile di questo sterminio di persone, che scelgono un mezzo ecologico per gli spostamenti, a cui assistiamo anche sulle strade vicentine. Oggi in Viale Cricoli e a Marano Vicentino, pochi giorni fa la morte di Davide Fabris travolto sulla strada provinciale Valdichiampo, la settimana scorsa il presidente Aido ferito a Valbrenta, e la morte di Agostino Bez a Dueville, solo per citare i casi più recenti; domani a chi e a quanti ancora?

Questo Stato può continuare a distruggere la sua economia, aumentare il debito pubblico, incrementare la tassazione ma non può uccidere i cittadini per palese negligenza: mancanza di piste ciclabili definibili tali, mancanza di leggi certe relative sulla condivisione auto – biciclette della superficie stradale e soprattutto completa assenza di cultura e di visione sulla mobilità sostenibile (una realtà come la Gran Bretagna ha investito moltissimo negli ultimi anni per incentivare l’utilizzo della bicicletta al fine di diminuire gli incidenti stradali: la relazione aumento utilizzo biciclette – diminuzione incidenti stradali è documentata su diversi testi). Sta a tutti noi ribellarci per cambiare ciò e limitare l’eventualità di altri episodi che possono avere risvolti mortali.

Il cambiamento deve essere un cambiamento culturale, da fare sugli automobilisti, sui ciclisti stessi, sui progettisti di strade e relative ciclabili, sui ragazzi e sui loro genitori. Non c’è nulla da inventare. Il modello c’è, si chiama Olanda. La via è lunga, come quella di qualunque cambiamento culturale, ma questo evidenzia la necessità di partire fin da subito. Per questo i candidati di Indipendenza Veneta e Siamo Veneto alle prossime amministrative si batteranno anche su questi temi. Perché il Veneto del futuro deve essere un Paese che viaggia alla velocità dei Paesi del centro e nord Europa, scrollandosi di dosso l’immobilismo dello Stato attuale. E non serve dire “sì ma siamo in Italia..” perché tutto può cambiare e tutti i cambiamenti dipendono solo da noi stessi.

Michele Tittonel – Indipendenza Veneta Vicenza – Altavilla Vicentina
Andrea Maroso – Siamo Veneto – Vicenza

vicenzareport.it

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