Buono libri, Ruzzante: “La norma D’Alema non c’entra”

Venezia – “Cosa c’entra D’Alema? La norma del 1999 a cui fa riferimento la giunta Zaia non c’entra assolutamente nulla, per l’accesso alle prestazioni sociali vale il Dpcm n. 159 del 2013 che consente a ciascun ipotetico beneficiario di presentare una dichiarazione sostitutiva unica. Senza alcuna distinzione in base alla nazionalità. Lo conferma del resto la sentenza del Tribunale di Brescia del 4 febbraio 2016, dove afferma: il d.P.C.M. n. 159 del 2013 non prevede alcuna distinzione di trattamento tra cittadini italiani e stranieri sotto tale profilo, consentendo a tutti indistintamente la possibilità di effettuare l’autocertificazione mediante la dichiarazione sostitutiva unica della propria condizione reddituale e patrimoniale anche con riferimento a redditi e patrimoni esteri“.

Così il consigliere regionale veneto Piero Ruzzante, di Liberi e Uguali, dopo le dichiarazioni della giunta regionale e di alcuni consiglieri regionali della Lega che fanno risalire l’obbligo del certificato prodotto dal Paese d’origine per i cittadini non comunitari al Decreto del presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394.

“Quella norma – aggiunge Ruzzante – non si applica al buono libri, perché si tratta di un contributo cui si ha diritto di accedere tramite la presentazione della sola dichiarazione Isee. Ora non si inventino storie, facendo il solito scaricabarile: la Giunta deve riaprire il bando e ammettere i bambini rimasti fuori, punto. Altrimenti credo che i genitori dei bambini che dovessero risultare esclusi a causa della legge razziale della giunta Zaia faranno bene a fare ricorso. E sono pronto a scommettere che lo vinceranno”.

vicenzareport.it

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