NELLA MARCA 3 MILIARDI DI EURO DI GARANZIE PUBBLICHE PER I PRESTITI ALLE PMI

Fino a fine gennaio presentate oltre 27mila domande
TREVISO – Oltre 27mila operazioni in provincia di Treviso pervenute al Fondo di Garanzia dal 17 marzo 2020 al 25 gennaio 2021. In totale sono stati finanziati quasi tre miliardi di euro, con un importo medio di 108 mila euro per azienda. Queste le ricadute nella Marca Trevigiana dei decreti legge “Cura Italia” e “Liquidità”. In Veneto, l’importo totale finanziato è stato di quasi 15 miliardi e 300 milioni di euro, di fatto il valore di una “manovra finanziaria”.
Per importo finanziato, Treviso si colloca al terzo posto dopo Padova e Vicenza ed è addirittura seconda per importo medio finanziato dopo Vicenza. Infatti, le richieste di finanziamento fino a 30 mila euro sono state relativamente poche, 167 ogni mille imprese, dato che colloca la Marca Trevigiana sotto la media nazionale di 176 imprese (meno 5%).
Da notare l’accelerazione registrata nell’anno: rispetto ai 331,6 milioni di euro di importi totali di maggio 2020, la variazione a gennaio 2021 è stata di più 787,1 milioni di euro, raggiungendo il totale di 2.941,8 milioni di euro. Dati che descrivono quanto abbia inciso la seconda ondata autunnale della pandemia Covid-19. Nello stesso periodo, si sono ulteriormente ridotte del 5% le operazioni con importi fino a 30 mila euro, segnale che conferma come per resistere alla crisi siano necessari finanziamenti più consistenti. Tendenza speculare anche per il Veneto, che risulta al 10° posto come numero di operazioni di piccolo taglio (quelle garantite al 100%), ma al secondo posto come totale dell’importo finanziato, dietro solo alla Lombardia.
«Numeri – spiega Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – che dimostrano come siano stati messi in campo strumenti di portata straordinaria per consentire l’accesso ai finanziamenti a sostegno della liquidità delle imprese. Dobbiamo però essere consapevoli dell’esposizione debitoria che porterà, in taluni casi, alla saturazione della capacità di restituzione. Nei 2021 per molte imprese sarà quindi molto difficile accedere a nuove risorse”.
Di fronte a questo grido l’allarme, Confartigianato propone un intervento sul processo di valutazione del merito creditizio delle imprese che tenga conto dell’effetto Covid-19 sui bilanci relativi al 2020. «Si tratta di operare una valutazione ponderata – precisa Sartor – rispetto a eventuali sofferenze o deterioramenti del patrimonio aziendale, che tenga conto non solo del dato contabile, ma anche del reale stato di salute dell’impresa, della sua capacità di ripresa produttiva, di eventuali piani di risanamento e di quelle che sono le reali prospettive di mercato”. In secondo luogo, l’associazione propone di prevedere nuovi strumenti di incentivazione che vadano a sostenere gli investimenti, anche attraverso la concessione di contributi a fondo perduto. “L’intervento pubblico consentirebbe alle nostre imprese – fa notare il Presidente – di poter continuare a innovare e mantenere la competitività, soprattutto nella prospettiva di essere pronte a intercettare la ripartenza economica, quando ci sarà”. Nell’analisi di Confartigianato, finora il Governo ha attivato interventi di ristoro per le imprese colpite dai provvedimenti di chiusura, e ha adottato misure per l’accesso al credito e alla liquidità.
“E’ necessario provvedere a definire sostegni a fondo perduto per favorire investimenti necessari e urgenti per la competitività, anche utilizzando le risorse comunitarie previste dal Piano di Rilancio – conclude Sartor – Il valore generato dalla somma di investimenti pubblici e privati genererà un effetto moltiplicatore che per certo darà forza all’auspicata ripresa necessaria per arginare le perdite subite”.

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