ADEGUAMENTO AL CARO VITA, 1,40 EURO IN PIÙ AL MESE AI PENSIONATI VENETI

Il recupero tra l’inflazione programmata e quella effettiva
VENEZIA – Un euro e 40 centesimi in più nell’assegno mensile e poco più di 18 euro di arretrati relativi a tutto il 2020. È questo, in media, l’adeguamento al costo della vita che il governo riconosce ai pensionati veneti come differenza fra l’inflazione programmata e quella effettiva dello scorso anno. Un recupero che, inutile dirlo, non compensa assolutamente la perdita di potere d’acquisto legata all’inflazione reale.

A denunciare la situazione è lo Spi (sindacato dei pensionati) della Cgil regionale che ha studiato l’impatto nel 2021 della cosiddetta perequazione (l’adeguamento delle pensioni all’inflazione) sulle tasche dei pensionati. Un effetto irrisorio, che non aiuterà in alcun modo gli anziani e le loro famiglie in questo difficilissimo momento di crisi.

Come si può vedere nella tabella allegata e predisposta dallo Spi Cgil Metropolitano di Venezia, gli esigui aumenti legati all’inflazione dipendono ovviamente dall’importo della pensione. Così, per esempio, gli oltre 100 mila pensionati veneti che portano a casa un assegno di circa mille euro lordi mensili, prenderanno un euro in più al mese e poco più di 13 euro di arretrati con la pensione di gennaio. Contando che mediamente in Veneto l’assegno previdenziale è di circa 1.400 euro lordi (1.767,30 euro lordi per gli uomini e 803,40 euro per le donne) i nostri pensionati nel 2021 avranno 1,40 euro in più al mese, risorse che non corrispondono certo alla reale perdita di potere d’acquisto, perché il calcolo è puramente indicativo e la perdita si accumula a quella già registrata nel corso degli anni.

Insomma, il costo della vita si innalza di anno in anno e la continua revisione al ribasso della rivalutazioni delle pensioni ha comportato una perdita di valore delle stesse penalizzando, in modo permanente, milioni di pensionati e pensionate che hanno lavorato duramente per oltre 40 anni. «Siamo consapevoli delle difficoltà che sta attraversando il Paese – commenta Giuseppe Di Girolamo della segreteria dello Spi Cgil del Veneto – ma non possiamo rassegnarci a un progressivo impoverimento soprattutto dei pensionati più anziani: le pensioni devono conservare il proprio potere d’acquisto. Ecco perché come sindacato dei pensionati continueremo la mobilitazione per rivendicare meccanismi più efficienti per il recupero dell’inflazione e la riduzione della tassazione che ingiustamente pesa di più sulle pensioni rispetto al lavoro».

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