CONCERTO DI NATALE DELLA FENICE: SARÀ IN LIVE-STREAMING

In programma i Concerti grossi di Corelli e lo Stabat Mater di Pergolesi
VENEZIA – Il Concerto di Natale, promosso ogni anno dal Teatro La Fenice in collaborazione con la Procuratoria di San Marco, in questo dicembre 2020, a causa del protrarsi dell’emergenza Covid, non potrà avere luogo nella sua forma tradizionale; per non far mancare al suo pubblico questo speciale appuntamento natalizio, il Teatro veneziano offrirà ai suoi sostenitori un inedito Concerto di Natale in live-streaming: sabato 19 dicembre alle ore 17.30, in diretta web dalla sala grande del Teatro. L’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Gianluca Capuano eseguirà il Concerto grosso in re maggiore op. 6 n. 4 e il Concerto grosso in sol minore op. 6 n. 8 (fatto per la notte di Natale) di Arcangelo Corelli, accanto allo Stabat Materp 77 di Giovanni Battista Pergolesi, cui parteciperanno le voci soliste del soprano Silvia Frigato e del contralto Sara Mingardo. Il concerto sarà visibile online gratuitamente sul sito www.teatrolafenice.it e sul canale YouTube del Teatro La Fenice, canale che con i suoi oltre 82 mila iscritti si conferma ancora una delle piattaforme video digitali più seguite tra quelle dei teatri d’opera in Europa.Con uno sguardo rivolto al futuro, proprio in questi giorni la Fenice propone inoltre una speciale iniziativa promozionale legata al Natale, nata con l’obiettivo di dare a chi la desidera la certezza di un ritorno in sala ‘in prima fila’, e a un prezzo d’occasione, e al contempo di offrire uno strumento in più per sostenere il settore dello spettacolo dal vivo e della musica in un momento di grandi incertezze. L’iniziativa si intitola Alla Fenice è 2 volte Natale e dall’1 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021 consentirà al pubblico della Fenice di acquistare due posti al prezzo di uno nella platea del Teatro lagunare per un numero selezionato di eventi della programmazione lirica e sinfonica del 2021.
Le due giftcard Fenicex2 Lirica (€ 200,00) e Fenicex2 Sinfonica (€ 100,00) saranno convertibili fino al 31 dicembre 2021.
Per informazioni www.teatrolafenice.it

Arcangelo Corelli da Fusignano (1653-1713) se non il fondatore certamente può essere considerato l’interprete più significativo del concerto grosso, forma strumentale particolarmente in voga tra la seconda metà del Seicento e la prima del secolo successivo. Si tratta di una vera e propria ‘amplificazione fonica’ e concertante della tipica sonata a tre, già ampiamente praticata dal compositore romagnolo nelle sue prime quattro raccolte stampate. Nel Concerto di Natale della Fenice si ascolteranno due tra gli esempi migliori di questa produzione corelliana, il Concerto grosso in re maggiore op. 6 n. 4 e il Concerto grosso in sol minore op. 6 n. 8 (fatto per la notte di Natale). Entrambe i concerti appartengono all’opera 6: una raccolta di composizioni cui il musicista si dedicò in vari momenti durante tutta la sua carriera ma che fu pubblicata solamente postuma, nel 1714, per cura dell’allievo Matteo Fornari. «Sono tipici di queste opere, e di Corelli in generale – spiega Franco Rossi, consulente scientifico della Fondazione Teatro La Fenice – l’estrema eleganza, la pulizia formale, la levigatezza e persino il rifiuto di ogni contrasto se non quello di un diverso livello di sonorità. È una esposizione che investe anche e sottolinea un concetto di continuità, di logica consequenzialità senza scosse e imprevisti, con inevitabili riflessi sulla scelta tematica, che non ha quasi mai l’aggressiva incisività vivaldiana, ma un andamento regolare e uniforme; non sono temi particolarmente individuati, ma si prestano molto bene a uno sviluppo costante, per così dire in orizzontale, delle varie potenzialità in esso contenute.Lo Stabat Mater, sequenza per soprano, contralto, archi e continuo, è l’ultima composizione di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), terminata poco prima di morire a soli ventisei anni. Fu commissionata nel 1736 dalla Confraternita napoletana dei Cavalieri di San Luigi di Palazzo, che richiese al giovane marchigiano un brano che sostituisse l’analoga composizione di Alessandro Scarlatti da eseguirsi durante la liturgia della Settimana Santa. Il capolavoro di Pergolesi spicca infatti per la modernità del linguaggio e del contenuto espressivo: non a caso ebbe un successo straordinario e fu considerato per tutto il Settecento l’ideale stilistico della musica sacra.

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