SEQUESTRATE 46 TONNELLATE DI PELLET DI ORIGINE STRANIERA

Violate le norme a tutela del Made in Italy, sacchi con falsi bollini
TREVISO – Proseguono i controlli delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso sulle irregolarità connesse alla vendita del pellet, spostando l’attenzione dalle principali arterie di comunicazione stradale ai canali di vendita all’ingrosso e al dettaglio del prodotto.Nei giorni scorsi, in seguito all’intensificazione dei servizi di monitoraggio e di analisi dei flussi commerciali del pellet, più che mai richiesto dai consumatori con l’arrivo della stagione fredda, i finanzieri della Tenenza di Castelfranco Veneto hanno sequestro oltre 46 tonnellate di prodotto, confezionato con indicazioni ingannevoli sulla sua origine geografica.L’operazione ha preso le mosse da un controllo in un esercizio commerciale di Loria (TV), gestito da un cittadino cinese, dove le Fiamme Gialle castellane hanno individuato uno stock di 1.350 kg di pellet, confezionato in sacchi che recavano ben visibili, in più punti, diciture che evocavano l’origine italiana della merce.Una più approfondita analisi sulla documentazione di acquisto del prodotto e sulle sue certificazioni ha fatto tuttavia emergere come la merce provenisse in realtà dall’estero, da dove giungeva a un’impresa veneta che la imbustava, utilizzando indicazioni che traevano facilmente in inganno i consumatori circa l’italianità del pellet. Con questo trucco, il commerciante riusciva a garantire ai propri clienti un prezzo assolutamente concorrenziale rispetto a quello della merce realmente prodotta in Italia.L’intervento dei finanzieri è stato quindi esteso a un magazzino nella disponibilità del negoziante cinese, nella periferia di Treviso, dove sono stati rinvenuti e sequestrati altri 1.368 sacchetti di pellet, per un peso di oltre 20 tonnellate.Risalendo la “filiera”, le Fiamme Gialle hanno infine controllato la società distributrice della merce, con sede a Cassola (VI), sequestrando, all’interno di un capannone, altre 25 tonnellate di prodotto, pronte per essere consegnate ai dettaglianti per la vendita.I due titolari delle ditte coinvolte sono stati dunque denunciati alle Procure della Repubblica di Treviso e Vicenza per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.L’intervento testimonia l’impegno profuso dalla Guardia di Finanza nell’importante settore della tutela del Made in Italy, a salvaguardia della corretta competizione sul mercato, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole.
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