CHIUSURE ANTICIPATE, A RISCHIO UN QUARTO DEL FATTURATO PER MOLTI LOCALI

Capraro (Confcommercio): "Impatto indiretto su tutta la categoria"
TREVISO – Il nuovo Dpcm stabilisce chiusra alla 24 per bar e ristornati, con servizio esclusivamente al tavolo dalle 21. Nuove restrizioni di orario che rischiano di pesare non poco sul settore della ricettivitià, anche nella Marca. In particolare per pub, birrerie e altri esercizi che tengono aperto fino a tardi e lavorano soprattutto nel dopocena.Lo conferma Federico Capraro, presidente di Unascom Confcommercio provinciale: “Il provvedimento ha un impatto diretto sulle attività che operano nella fascia serale e del post cena. E sarà un impatto pesante, con cali stimabili tra il 20 e il 30 per cento del fatturato per queste tipologie”. Per il leader delle imprese del commercio, turismo e servizi, però, mette in evidenza un “doppio impatto”, con ripercussioni indirette anche su molte altre tipologie di pubblici esercizi, compresi quei locali che già di per sè terminano l’attività prima degli orari imposti. “Queste misure, infatti – ricorda Caprario -, incidono profondamente a livello psicologico sulla propensione della gente a vivere fuori casa, a passare una serata al ristorante, ad avere momenti di socialità. Fanno aumentare l’allarmismo e bloccano la ripresa verso una nuova normalità”.Non nasconde la sua preoccupazione per un possibile effetto psicosi anche il presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, Mario Pozza:  “effetto psicosi”: “Le imprese e le famiglie hanno bisogno di chiarezza e trasparenza nelle norme – spiega il numero uno dell’ente camerale -. Altrimenti si rischia che le persone non si muovano più, non vadano più al bar a bere un caffè, non entrino più in un negozio per comprare qualcosa. Attenzione, perché ci sono settori, ad esempio proprio il commercio o la ricettività, ancora in forte sofferenza dalla primavera scorsa”. 

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